sabato 25 febbraio 2012

Medicina e formazion in Francia 2

Ciao a tutti, come promesso, seppur in ritardo, torno di nuovo a parlare di medicina e formazione in Francia. Perdonatemi per il ritardo, ma poichè sono in fase organizzativa, dovuta prevalentemente al trasloco in un nuovo appartamento, non ho avuto tempo per continuare ad aggiornare il blog.
Pregherei come ribadito più volte di pormi delle domande direttamente sul blog, in modo tale che i colleghi leggano le mie risposte, evitandomi di riscriverle più volte.

Andiamo al dunque: eravamo rimasti che alla fine del VI anno di medicina i colleghi francesi affrontano un esame "terribile", cioè l'ECN. Questo consta di una sessione di 3 giorni dove appunto vengono proposti dei casi clinici con domande a risposta multipla e il terzo ed ultimo giorno in genere si tratta di leggere un articolo in linua originale, senza abstract, e il fine è appunto proprio quello di crearlo leggendo il resto delle parti dell'articolo. Ovviamente l'articolo è in Francese ;).
Perchè questo esame è "terribile"? Non perchè esso, a differenza di quello "pilotato" italiano, pregiudica al formando medico francese la possibilità di entrare in scuola si specializzazione (perchè dopo questo esame tutti avranno cmq un posto), bensì perchè la riuscita di questo esame, a graduatoria nazionale, condiziona la scelta del tipo di corso di specializzazione e la città o ancora meglio la contea di città in cui si svolgerà per almno 5 anni.
Sono i primi classificati infatti che hanno la possibilità di scegliere la scuola di specializzazione e dove andare a seguire, ribadisco il tutto su una graduatoria nazionale!!! Quindi stiamo parlando di gente già iperselezionata dal precedente "esamone" di medicina tra primo e secondo anno, che si affronta nel secondo esamone, non per regione o università, ma a livello nazionale. Spero che l'idea sia chiara!!!
Io ad oggi sono completamente d'accordo col sistema a graduatoria nazionale per molti versi, tranne che per alcuni che vi elencherò dopo.
Dunque mano mano che i "bravissimi" scelgono quindi specializzazione e città/contea, e che quindi i posti cominciano ad essere occupati, i seguenti nella graduatoria cercano di arrangiarsi scegliendo almeno la specializzazione qualoro fossrro rimasti posti vacanti, altrimenti ripiegano su altre specializzazioni o vengono assegnati d'ufficio in base al numero di posti e città/contea disponibili. Questo è proprio il punto che contesto dell'esame con graduatoria nazionale: nel senso che va bene scegliere un'altra città/contea per fare la mia specializzazione preferita in caso non fosse disponibile la città di mio interesse, ma obbligarmi a scegliere un'altra specializzazione perchè terminati i posti, andrebbe a discapito della mia inclinazione!
A cosa serve tanta selezione se poi alla fine si finisce a fare quello che non si vuole? Perchè comunque ricordate che una volta fatto l'ECN non c'è nessuno che si permette di ripeterlo, visto quanto è pesante e soprattuto visto che con la nuova ondata di formandi dell'anno successivo, i posti per coloro che vorrebero riprovarci non sarebbero previsti.
In ogni caso quelli che non riescono a scegliere nè la specializzazione, nè la città di interesse di conseguenza ripiegano cercando il miglior compromesso. Quelli che stanno in fondo alla graduatoria invece non potranno scegliere nulla ed in genere vengono inviati d'ufficio a fare medicina del lavoro, igiene e medicina di famiglia.
Altra cosa molto interessante del sistema di formazione francese dello specializzando è la possibilità, per coloro che si sono ben classificati, durante i primi 2 anni di specializzazione di scegliere se proseguire il percorso iniziato o meno.
Infatti spesso ci sono colleghi che hanno un'idea della specializzazione che vorrebbero fare,  ma poi "in itinere" si rendono conto che non sono portati per tale disciplina e quindi possono virare entro il II anno su altre. Ovviamente se uno cambiasse al II anno, non riuscirebbe a fare un corso completo per quanto riguarda la nuova specializzazione scelta, quindi viene previsto anche il recupero di questo gap, ritardando il termine della specializzazione e integrandolo con dei semestri aggiuntivi.
Perchè parlo di semestri? Perchè la specializzazione in Francia è dinamica!
Infatti non si parla di anni, ma di semestri. I programmi formativi sono organizzati in semestri dedicati ad un determinato capitolo. Es. per quanto riguarda la radiologia: si comincia col primo semestre al CHU di Nimes dove si fa un percorso di radiologia generale, si prosegue con il secondo semestre (quindi si termina il primo anno) al CHU di Perpignan, dove si continua con un training di radiologia generale, dopodichè si passa a Montpellier dove si fa il terzo semestre per es. nel CHU S.Eloi, dove si fa la radiologia unicamente dell'apparato digestivo, poi il quarto semestre al CHU Arnauld De Villeneuve dove si fa la radiologia unicamente dell'apparato gineco-urologico e cosi via.
Ecco cosa si intende per dinamica, i colleghi francesi seguono la loro specializzazione in una contea di ospedali, spostandosi di 6 mesi in 6 mesi e tra città differenti, ma distanti fra loro massimo 100/150 km. Le strutture ovviamente sono tutte predisposte di residenze per medici sia francesi che stranieri, dove impera una goliardia fantastica, ci sono delle regole da osservare ed io ho vissuto 8 mesi a montpellier, in questo modo! Vi assicuro che è un'esperienza unica e divertente!
All'"internat" infatti chi impera sono gli specializzandi e vi è infatti lo "Chef des internes" (capo degli specializzandi), che domina in maniera indiscussa anche sugli strutturati e professori, ma unicamente nelle mura dell'internat. Infatti in queste residenze esiste la mensa ed è bellissimo vedere strutturati o professori, anziani e nostalgici dei loro tempi, obbedire in modo sommesso e divertito ad un ragazzo di 27/28 anni, mentre di pranza tutti insieme.
Se qualcuno "sgarra" nel senso che non rispetta le regole viene condannato dallo chef e da tutti i commensali a girare la "ruota". Esiste infatti in ogni "salle a manger" una grande ruota appesa al muro con un ago che ruota in maniera solidale e che si arresta su una carta messa lungo la circoferenza della ruota, dove sono descritte le penitenze! nessuno è esentato!!!
Bene fatta questa parentesi, è bene sottolineare come gli internes (specializzandi) francesi proseguono la loro formazione. Vi assicuro che i colleghi vengono messi sin dai primi semestri nelle condizioni di lavorare in maniera quasi del tutto autnoma. Ho vergogna a dire, che ci sono specializzandi del primo semestre che sanno fare delle biopsie e angiografie di semplice esecuzione, mentre in Italia i miei colleghi interventisti cominciano ad essere autonomi chissà quando in sala interventistica!
Già, la differenza è che qui, se i professori o strutturati riescono a creare dei medici valenti e autonomi per loro è motivo di vanto! Non ho mai sentito parlare di ostruzionismo o impedimenti vari, onde evitare che i ragazzi imparino e che divengano concorrenti all'esterno della struttura ospedaliera! C'è da dire che questo oltre ad essere una questione di mentalità e dovere sociale è anche dovuto al fatto che qui la pletora medica non esiste, quindi ci sono una marea di posti vacanti sia nel pubblico che nel privato! Per tale ragione qui hanno bisogno di formare bene il maggior numero di colleghi sia francesi che stranieri. Ovvio che uno straniero intraeuropeo, che viene con l'intenzione di essere formato e da l'idea di voler restare a lavorare  in francia, viene curato meglio di colui che viene unicamente per un singolo stage e poi andarsene!
Ma quanto guadagnano i colleghi francesi durante la scuola di specializzazione? La remunerazione non è fissa per anno come la nostra, bensì hanno una paga che si aggira intorno alle 1400 euro il I anno, 1700 il II e 2000 eurogli ultimi tre anni. Ciò che però fa levitare le loro paghe sono le guardie, che sono pagate: 100 euro durante la settimana (lunedi-venerdi), 150 euro il sabato e 200 la domenica.
Non essendo molti per anno a fare la specializzaizione (per la contea di Montpellier in radiologia ne entrano 5 ad anno, quando invece solo a Roma "Sapienza" I facoltà sono in 20) si organizzano in  modo tale alle volte da fare sabato e domenica di seguito per guadagnare bene. Altra differenza è che loro su quello che percepiscono pagano le tasse! La loro non è considerata borsa di studio, ma vero e proprio lavoro retribuito, e l'ammontare dell'imponibile è di circa 2500 euro all'anno (quindi lavorano poco più di un mese e mezzo per lo stato).
Per oggi mi fermerei qui, ricordandovi che ho ancora molte cose da dire sul loro sistema e che ovviamente non trascurerò la parte interessante i medici stranieri ed in particolare noi italiani. Purtroppo la settimana prossima parto per un congresso e non avrò tempo di ultimare a breve la sezione, ma cercherò di adoperarmi al più presto possibile.

Un bacio a tutti.
Francesco

mercoledì 22 febbraio 2012

Chiedo scusa per la mia assenza di quasi dieci giorni, ma come avevo preannunciato sto finendo di traslocare. Non è stato facile per niente, ma è quasi andata. Sfrutto infatti la sera, quando finisco di lavorare, per portare delle cose in questo nuovo appartamento o montarne di nuove.
 In questo fine settimana produrrò un'altra parte su ciò che concerne la medicina e formazione in Francia.
Pregherei chi legge di pormi le domande direttamente sul blog, in modo tale che così anche gli altri possano informarsi ed evitino di pormi le medesime domande alle quali io ho già risposto privatamente.
Cmq grazie davvero per quello che mi scrivete in privato per quanto riguarda il blog e l'iniziativa, mi fa davvero piacere!
Magari potessi avere quello che ho qui dal punto di vista professionale in Italia.
Certo, poi sarebbe tutto troppo perfetto.
Un saluto a tutti e a presto.

Francesco.

lunedì 13 febbraio 2012

Glasgow 6, Medico urgentista, Elasticità e Pragmaticità in medicina.

Traslocare è un casino. Non ho ancora terminato. Ora ho capito perchè i mobili da montare da soli costano di meno.

Venerdi ero di turno alla TAC urgenze quando mi annunciano l'arrivo di un paziente di 84 anni in Glasgow 6.
Gli urgentisti che lo accompagnano mi chiedono una tac encefalo con poligono del Willis, per escludere un AVC (accident vasculaire cerebral).
Propongo di estendere il campo di studio anche ai vasi del collo, in modo da vedere che non vi siano delle placche ai TSA, potenzialmente emboligene.
Gli urgentisti mi guardano con un fare sorpreso e mi dicono: "d'accordo, se lei vuole". Mi sono chiesto che cosa mai li avrà sorpresi.
Si sappia che gli urgentisti qui sono una categoria a parte, sono i medici dell'emergenze-urgenza, sono i medici del pronto soccorso che montano in ambulanza o elicottero al momento della "prise en charge" del paziente da parte del SAMU (equivalente al nostro 118). Sono fighi, ma sono comuque spartani e poco elastici su alcuni discorsi.
Intorno a me c'è concitazione, frenesia, i tecnici guardano il monitor della consolle intenti a fare il loro lavoro e quasi a dire: "io la mia parte sto per finirla, fra poco tocca a te".
Gli urgentisti parlano nervosamente al telefono non so con chi, cerco di capire cosa blaterano, ma non ci riesco più di tanto, ogni volta che provo a decifrare il loro francese, concitato e affannato, perdo millesimi di secondo utili alla mia concentrazione sull'esame che sta per essere "sfornato".
Ho imparato da un pò che devo già avere pronta una lista di diagnosi differenziali ben fissa in mente appena finisco di ascoltare l'anamnesi. Ci provo, ne tiro fuori una con le più probabili secondo me.
Per il casino che stanno facendo dietro le mie spalle, comincio ad innervosirmi anche io, ma sto zitto comunque. In più il bip del monitoraggio frequenza e attività cardiaca del paziente in coma mi trapana il cervello.
Chiedo di spegnere l'ascolto in sala TAC della nostra consolle. Fatto. Riposo.
Sento dire che l'elicottero si sta preparando per il decollo per trasportare il paziente alla vicina Montpellier, dove uno dei miei colleghi è pronto a "trombectomizzare" o "embolizzare"
Ecco il 128 Siemens tira fuori le prime immagini in anteprima, sono quelle "sansinj" (senza m.d.c.), sui dati grezzi sembra non vi siano segni di emorragia. Chiedo alla tenica di ricostruirmele.
Cazzo sento il fiato sul collo dell'urgentista più vicino a me che vuole sapere cosa veda. Ma io sono mai andato nel suo cazzo di repartino a rompergli i coglioni in questo modo, magari mentre sta somministrando dell'atropina???
Parte la fase col contrasto: vasi del collo e poligono di Willis. Cazzo quanto corre la siemens! Ha già fatto tutto!
Chiedo un'altra fase, quella del parenchima. Si ok, ritardo a 5 minuti.
La tecnica ha tutto ricostruito, un gioco di sguardi e ci scambiamo il posto. Mi siedo, gli urgentisti mi si mettono accanto uno da una parte e uno dall'altra, sembrano due maledetti inquisitori.
Ok, ora è il mio turno seriamente.
Mando affanculo mentalmente 'sti due cerberi che mi stanno a fianco, lista delle diagnosi differenziali in testa e comincio a scorrere l'esame.
Bene niente segni di emorragia, nè ipo o iperdensità sospette, nè asimmetrie tra i due emisferi.
Passo a quelle con contrasto: Parto dall'arco aortico: ateroma. Salgo alle biforcazioni: placche non stenosanti. Poligono di Willis: evvai! ci sei tutto e pervissimo. Dio quanto sei bello!
Vertebrali? Si, ci sono anche loro.
Prima che i due cani dell'urgenza mi sconquassino di domande, li precedo io: "Pas d'hemorragie, Pas d'AVC constitué recent".
E loro, a bene allora blocchiamo l'elicottero?Cazzo e che dipende da me se vi volete fare il viaggetto in "elicò" (loro abbreviano tutto)?
Si cazzo dipende da me. Francesco che ha 'sto paziente? Eppure è un Glasgow 6 qualcosa deve avere! Dio mio c'è qualcosa che mi sfugge ed io sto per annullare il viaggio della speranza di sto povero vecchietto???
Rivediamo i vasi! No, tutto pulito, il  Willis c'è tutto con tutta la sua infima circolazione posteriore (AICA e PICA sono abbastanza stronze a volte).
La fase parenchimatosa non mostra masse. Sangue sul senza mdc non ce n'è? Nooo, non c'è!!!
L'urgentista mi guarda come a dire: "allora? che facciamo? lo mandiamo a Montpellier o no?".
Quindi? Francesco che fai lo mandi a Montpellier a salvargli la vita o no???
Ultime fette verso l'arco aortico, scendo e l'occhio si sposta dal centro dal mediastino all'apice polmonare di sinistra.
Cazzo! Come ho fatto a non vederlo prima?!? Qui è tutto pieno di versamento pleurico! Il parenchima non lo vedo più! Porca miseria, le immagini finiscono! Ovvio abbiamo acquisito dall'arco aortico!
Ok, ora con tono sicuro dico NO. Non c'è bisogno di portarlo in neurointerventistica. Qui è tutto pulito. Gli urgentisti vedendomi convinto, si tranquillizzano di conseguenza.
Aggiungo loro che c'è dell'altro. c'è del versamento pleurico, solo a sinistra sulle immagini. Dico loro che vorrei fare un'estensione dell'esame al torace.
Mi rispondono che per le condizioni in cui versa il paz. non è questa la sua priorità. Io insisto, dico che non ho bisogno di contrasto e che è questione di qualche secondo!
Loro mi dicono: no! La priorità del paziente non è questa. Non insisto e non capisco.
Da noi a Roma, molto elasticamente avremmo all'ungato il campo in nemmeno 30 secondi. Bisogna dare una risposta!
La differenza tra il mio pensiero e il loro stava nel fatto, che io cercavo la causa, volevo fare diagnosi,  mentre loro volevano unicamente eliminare la presenza di un'emorragia o stroke, come se quello fosse il loro unico compito .
Non condivido questo modo di agire. Quel paziente doveva essere controllato subito, soprattutto visto che un minuto in più non avrebbe ridotto ulteriormente il suo grado di coma!
Il paziente, come un peso morto, viene spostato dal tavolo della tac alla barella, gli urgentisti lo seguono, se ne vanno...
Chiamo oggi per curiosità in ospedale ed il collega di guardia, nel mezzo della conversazione, mi riferisce che il "mio" paziente era ritornato sabato a fare la tac del torace, diagnosi: tumore del polmone infiltrante il bronco e vasi polmonari del lobo superiore.
Io credo che il paziente abbia perso 24h (senza grande danno per fortuna), complice la poca elasticità di questo sistema così "quadrato". E se alla fine non fosse stato un tumore, ma qualcosa che avrebbe meritato un itervento immediato?

Francesco.

mercoledì 8 febbraio 2012

Orgoglio francese, Crisi in Francia, Fornero.

Non posso non sottolineare l'essere francese.
All'inizio avevo una marea di pregiudizi legati ad una precedente vacanza fatta nel 2008 a Parigi. 
Non venimmo trattati bene e anzi da alcuni camerieri venimmo anche canzonati, inoltre non era possibile che nella città più visitata al mondo non si parlasse un minimo di inglese, quello essenziale dico, almeno per le cose turistiche, quello che parlano tutti i gestori dei ristoranti del centro di Roma tanto per lavorare con i turisti. 
Certo io parlo un inglese maccheronico e con un accento leggermente del reggino calabrese, ma sti stronzi o non capivano o se capivano rispondevano in francese! Assurdo. 
Ripartii con l'idea che Parigi fosse una città fantastica, ma che i francesi fossero una massa di stronzi assurdi.
Ritornatoci due anni e mezzo dopo mi sono reso conto che il pregiudizio scaturito all'epoca verso i francesi riguardo la loro stronzaggine... era del tutto confermato!!!
No scherzo, ad onor del vero è riservato ai Parigini. Sono insopportabili, almeno quelli che ho incontrato io (tranne uno), e vedeste il senso di superiorità che hanno verso il resto dei francesi e del mondo! ;)
Più in generale, secondo la mia opinione strettamente personale, il francese tipo è ben sicuro di se, della sua storia alla quale è attaccatissimo, sciovinista all'ennesima potenza, freddo nei rapporti, ma non cattivo, lento a intraprendere una relazione veramente "amicale", quasi come se studiasse il soggetto e mantenesse distanza e diffidenza fino a che non si rende conto che è un proprio simile! Il brutto è che questo trattamento è riservato non solo agli stranieri ma anche fra di loro.
Io, un pò per dote naturale e un pò per la mia continua cazzonagine e faccia da "culo", mi sono introdotto dopo pochi mesi a Montpellier; qui su Nimes invece le cose sono state acceleratissime, ma è contato tanto il fatto che ormai ho una conoscenza essenziale della lingua da poter costruire varie frasi con espressioni familiari/idiomatiche e sopratutto battute! ;)
Cmq c'è da dire che noto un atteggiamento ben diverso e molto caloroso qui al sud, la gente è più familiare e si lega meglio e velocissimamente rispetto ai "nordisti" che stanno qui. 
La cosa che più  mi innervosisce della Francia è il loro attaccamento al loro essere francese, in tutto. 
Hanno un'attenzione e conservazione della loro lingua che è assurda, ci sono una marea di cose che tutto il mondo definisce in modo convenzionale tipo Pc o computer, desktop, trailer dei film etc. e che loro invece chiamano con dei propri termini, per non parlare del vocabolario medico che cambia al 50 % (sapeste quanto è dura), un esempio su tutti: ganglion (linfonodo) e amygdales (tonsille). 
In più una cosa che mi stupisce è che per le ricerche, anzichè consultare le riviste internazionale in primis, corrono prevalentemente a consultare quelle francesi. Studiano e seguono corsi in francese, vivono per la letteratura medica francese, che devo riconoscere è di livello elevatissimo. In particolare vi sono una marea di corsi straben fatti e non a pagamento su internet, offerti dalle società di categoria specialistica di riferimento.
A Montpellier mi riconoscevano che effettivamente si sarebbero dovute adattare alla nomenclatura internazionale e se notavo nei loro referti termini che si distanziavano, di sottolinearglielo. 
Bene, qui a Nimes è un pò più dura ma il processo è cominciato di mia mano, nei miei referti parlo di "tonsilles" per esempio e a proposito di questa sottile battaglia all'apertura verso il mondo medico internazionale (non sarò io a vincerla) del colosso francese, due giorni fa sono venuti due specializzandi di neurologia a chiedermi che cosa fosse il "kinking". 
Io con naturalezza ho spiegato che esiste anche il "coiling". 
I due si sono guardati come se cadessero dalle nuvole e mi hanno detto: "a bo?" (vuol dire ah si? ma va detto con fare sorpreso:)). Certo! E ho disegnato loro cosa volesse significare, ma mi guardavano increduli finchè uno con fare di compassione mi dice:"si ma in francia noi diciamo tortuosità del vaso", ed io: si ma come la classifichi la tortuosità? 
Bè per farla breve io ero tranquillissimo, perchè prima di dettare il referto giorni prima, avevo preventivamente controllato su internet se questi termini in letteratura francese esistessero, ed effettivamente mi sono venute fuori una marea di pubblicazioni dove si parlava di kinking e coiling "des arteres carotidiennes". Mostrato loro gli articoli si sono accomiatati apparentemente convinti. ;)
La cosa mi diverte, mi piace scardinare un pò il loro vocabolario un pò chiuso. Ho cominciato a parlare anche di "fausses cordes vocales" (corde vocali false), mentre loro abitualmente parlano di "bande ventriculaires". 
Dunque al di là di ciò, in totale sebbene questo loro modo di fare mi innervosisca abbastanza da un lato, dall'altro hanno tutto il mio rispetto e stima perchè sono molto fieri della proprio lingua, del loro essere e nazione e non si lasciano contaminare o meglio direi "cambiare" da altre culture. Alla fine sono chiusi, ma al momento giusto si aprono ed incamerano il nuovo, accettandolo. 
Mi piacerebbe tanto che l'orgoglio di essere italiani fosse anche di sentirsi italiani, con la stessa intensità di quello dei francesi. Per lo meno anche se lo si è, che si abbiano i motivi tali da poterlo mantenere senza appellarsi alla nostra storia culturale e artistica terminata nel passato. 
Sapeste come sono appasionati e curiosi dell'essere italiano! Ogni volta che possono, appena prendono un pò di confidenza, mi dicono qualche parola in italiano oppure altri rivendicano spesso origini italiane.
Sono appassionati del nostro cinema di un tempo (Fellini, Scola, Monicelli, Pasolini etc.), del nostro modo di  vivere e vestire (forse aggiungerei anche un pò invidiosi) e dicono in continuazione che abbiamo la lingua più bella del mondo... 
Le donne ammettono di essere affascinate da noi maschietti quando parliamo in francese, col nostro inevitabile accento italiano (che loro riconoscono prontamente) ed io non posso fare a meno di dire che effettivamente anche a noi italiani la donna francese, che parla in italiano, ci fa morire... Ovviamente non dico la seconda parte del pensiero (cioè che preferisco al 100% la mia "femmina italica" in tutti i sensi).

Qui l'area di crisi e di svilimento della professione medica non si respira e sebbene si dica che la crisi sia presente anche qui, io non la vedo! La gente lavora, i giovani disoccupati non sono ai livelli degli italiani, insomma io non respiro il pessimismo che esiste e dilaga in Italia. 
Sarà che non sono penetrato ancora completamente nel tessuto sociale, ma io noto che senz'altro si sta lontani dalla condizione della nostra povera Italia. 
I giovani in un modo o nell'altro lavorano, grazie a gli stage professionalizzanti che ognuno di loro fa. Lo stipendio medio in francia è di circa 1400 euro.
Il sistema "raccomandazioni" esiste, ma è diverso.... è una raccomandazione ufficiale o meglio piuttosto una presentazione, con una differenza... chi raccomanda  non si spende assolutamente per chi  non vale nulla!!!
A proposito... dite alla nostra collega figlia della Fornero, che risponde che il suo Curriculum parla e giustifica quello che ha ottenuto, che ognuno di noi sarebbe in grado di avere un CV degno e di diventare bravo (se non eccelso) se venisse messo nelle condizioni tali di concentrarsi ad apprendere e a lavorare, dalle istituzioni e non come avviene da noi da parenti ed amici. Gli altri invece, ogni giorno, devono concentrarsi a pensare a come districarsi  per evitare la "fregatura" di turno, spesso messa in atto proprio dalle istituzioni ...

un bacio e alla prossima.


martedì 7 febbraio 2012

Appartamento Nimes. CHU Nimes. Sistema Sanitario Francese.

Oggi ho avuto le chiavi del mio appartamento. Un appartamento carino di circa 42 metri quadri, con garage e cantina tutto per me allo stesso prezzo di una stanza singola a Roma. E' assurda la differenza! Certo c'è da dire che a Parigi per contro ho degli amici che stanno negli arroundissement (municipi) più centrali che pagano circa 1300 euro per un 30 mt2. Ovviamente stando al sud in una cittadina di circa 150.000 abitanti il prezzo cambia. A proposito di sud, porca miseria, quando mi fecero la proposta di lavoro l'anno scorso mi dissero che il clima qui è mite... mite??? sono 5 giorni che stiamo a -4 ed io sto diventando sterile a causa di un RIFLESSO CREMASTERICO PERENNE!!! Credetemi!!! Sarà che da buon "calafricano" spinto sono abituato a temperature realmente miti (questo we a Siderno Marina c'erano di giorno 14°)!
Oggi a scherzo ho detto all'anestesista, che addormentava i piccoli da sottoporre alla RM encefalo, come facciano a sopportare queste temperature e lei di rimando: bè ma dai non esagerare... a Nord scendono a -20! A bhè quand'è così effettivamente caro Chicco, mi dovrei dire, che io sto morendo di caldo, visto che in Russia leggevo l'altro giorno sono scesi a -60!!!
Effettivamente il mio mito Mr Patrick oggi mentre bevevamo il caffè, mi ha detto che lui a Nizza il we passato aveva pure -4, mentre a Lille scendono anche a -40 a volte (possibile?). Quindi mi ha detto di non lamentarmi. Io ho risposto che aveva ragione, a Lille c'era uno zero che pesava un pò di più.
Quello che mi piace di questo policlinico è la "cantine", cioè la nostra mensa.
Sta al I piano ed è enorme con pareti fatte da finestroni che danno su una terrazza, che come la mensa intera, si estendono lungo tutta l'emicircoferenza del palazzo dove si trova. Il bello è che l'affaccio, visto che il CHU sta su una collina che domina la città, da su una distesa fatta per metà da case e palazzi riconoscibili in lontananza e l'altra metà da boschi e parchi, tuttavia sempre riconoscibili a distanza.
Mi piace dopo il pranzo con i colleghi, uscire su questa terrazza, pavimentata in legno, a bere il caffè. Sembra di stare sul ponte di una nave da crociera, peccato che ora ci sono - 4 e non si vede il blu sotto di me, bensì parcheggi e padiglioni.

Oggi parlavo con gli strutturati più anziani di come si verifichi la deriva medica in Francia.
Le istituzioni sono preoccupate. La medicopenia si è instaurata in Francia a causa del fatto che il sistema di selezione è stato introdotto negli anni '70 (venti anni circa prima del nostro, da noi nel 1988) e il governo non si era reso conto che tra fabbisogno e ingresso c'era una sperequazione importantissima, aggravata dal fatto che lungo tutti gli anni '90 molti PH (praticien hospitalier, sarebbero i nostri ospedalieri o strutturati) sono andati in pensione o in privato. Ad oggi inoltre la Francia, benchè cerchi di motivare i giovani a fare medicina e soprattutto nel pubblico, non riesce comunque a sopperire la carenza enorme.
Inoltre c'è da aggiungere che come anche da noi in Italia, le donne in medicina riescono a sopravvalere e a permeare il settore in tutte le discipline (io rimango ancora allibito per la manualità e sicurezza di alcune 30enni in interventi di chirurgia maggiore o nella preparazione di organi di trapiantare), ma il problema è che poi si sposano e fanno figli e scelgono il mi-temps (mezzo tempo, in Francia il contratto è molto duttile, il tutto è volto al privilegio del lavoratore)! Dunque creano scoperture turni in ospedale.
C'è da dire che esistono molti ospedali con le Nursery, per consentire alle colleghe lavoratrici di poter adempiere il loro dovere comunque.
Il problema principale in realtà è un altro, ed è quello che per lo più sfornisce il sistema pubblico francese. Esiste in Francia una sanità privata convenzionata con lo stato (nella sanità in Francia non esiste il privato puro) dilagante, cioè ci sono una marea di ospedali e studi privati che consentono di abbattere le liste d'attesa del pubblico. Infatti la "guerra" qui è solo sul tempo e non sulla qualità della prestazione, perchè vi posso assicurare che la prestazione medico-sanitaria nel pubblico Francese è paragonabile ad un'iperclinica privata italiana.
Le strutture sanitarie private francesi infatti offrono e garantiscono ai colleghi della mia età o maggiori una paga di circa 12.000/15000 euro al mese. Una giornata è pagata circa 700 euro lorde quando invece un PH (ospedaliero nel pubblico) guadagna 1/4 del loro stipendio per lo stesso numero di ore di lavoro, cioè 48. Ecco spiegata la mancanza di personale nellà sanità pubblica francese: mancanza di medici e quelli che ci sono lavorano in privato per lo più.
La sanità francese quindi, vittima di un proprio errore di valutazione e calcolo, ha abbandonato l'idea di recuperare i francesi e quindi sta investendo molto nell'importazione di medici intraeuropei affinchè rimangano a lavorare nel pubbllico. Nell'eventualità questi vengano da paesi un pò più sfortunati, la Francia sotto giusta retribuzione si incarica comunque di accogliere e formare il medico straniero, ma ciò non obbliga quest'ultimo a restare a vita in Francia.
Sottolineo inoltre che i medici italiani sono davvero molto stimati dai francesi ed ogni volta che mi chiedono perchè sto qua, anzichè "smerdare" il sistema Italia (benchè lo meriterebbe per tantissime cose) dico che avevo voglia di cambiare aria e di continuare a lavorare in università e che io non avevo questa possibilità. Ritengo non sia utile denigrare il proprio paese, perchè altrimenti il medico italiano viene considerato alla stregua dei medici rumeni (ce ne sono una marea qui e sfruttatissimi) o dei colleghi provenienti dalle ex colonie francesi.

Scusatemi ma oggi non avevo voglia di continuare a scrivere della formazione del medico specializzando, appunto per terminare il post scritto appena ieri, ma lo farò a breve.

Un abbraccio e a presto.
Francesco.

lunedì 6 febbraio 2012

Medicina e formazione in Francia

Da quando sono qui in Francia, da colleghi ed amici mi viene spesso chiesto di parlare del sistema sanitario francese e della formazione. Quindi mi riferisco ad un argomento un pò di nicchia, orientato verso quelli che sono gli specializzandi medici italiani.
Io ho finito la mia specializzazione a luglio del 2011 a Roma e devo dire la verità che, sentendo parlare altri colleghi d'altre parti d'Italia, Roma La Sapienza per quanto riguarda la Radiologia torace-addome-pelvi non è per niente male. Questo però per ciò che concerne la sfera italiana ed in particolare la radiologia.
Se La Sapienza però e scommetto anche altre università dovesse mettersi in gioco con le università francesi, perderebbe di brutto, in quanto ad organizzazione, formazione e assistenza, ma questo purtroppo per via dell'organizzazione del sistema sanitario italiano e soprattutto per via del "baronaggio" universitario.
Ormai da un anno mi trovo a lavorare in Francia, in quelli che sono i loro policlinici universitari (CHU centre hospitalier universitaire) ed ho avuto la fortuna in particolare di fare uno stage negli ultimi mesi della mia specializzazione in radiologia, all'ospedale Gui de Chauliac di Montpellier. 
Dico la fortuna perchè per una serie di combinazioni della mia vita mi sono ritrovato in uno dei più importanti centri di medicina di Francia, quando invece stavo cercando di fare di tutto per finire in Inghilterra (volevo imparare per benino l'inglese, invece sono rimasto al livello di: "the pen is on the table". :)). 
Ma quindi come funziona la formazione di un futuro professionista della sanità in Francia? Prima di spiegare come funziona la specializzazione è bene che faccia prima un accenno a come funziona il corso di laurea.
Dunque l'università di medicina in Francia è aperta a tutti. Avete capito bene, non c'è un test di ingresso! A tutti è data la possibilità di iscriversi, ma allo scadere del primo anno però viene svolto un test abbastanza duro e approfondito su tutto quello che si è studiato il primo anno di facoltà. 
Non vi è un numero programmato di posti disponibili per il superamento del test, chi supera una certa soglia di punteggio è ammesso a continuare il percorso di studi cioè i restanti 5 anni, chi invece non lo supera può riprovare il test per altre due volte, ritirarsi o indirizzarsi automaticamente a quelle che noi definiamo "professioni sanitarie" (infermiere professionale, tecnico di radiologia, laboratorio etc.).
Seguiamo quindi il percorso dei più meritevoli che hanno superato il primo "esamone" tra primo e secondo anno (dico il primo poi scoprirete il perchè). 
I colleghi francesi fino alla fine del terzo anno di medicina non seguono molto in reparto, tranne che per qualche attività professionalizzante mattiniera, e vanno di conseguenza a lezione. I futuri medici francesi studiano molto su dispense e appunti presi a lezione, piuttosto che su dei libri enormi. 
La cosa che infatti mi ha lasciato molto allibito è che molte patologie rare o cose mai viste ne sentono lontanamente parlare (a differenza nostra che invece studiamo ancora la "febbre spagnola" del 1920), hanno infatti la fortuna di fare la medicina da un punto di vista molto pragmatico ed essenziale sotto la guida di professori che rinnovano di anno in anno le dispense e le accostano ai libri che loro devono acquistare.
La cosa che stimo e mi innervosisce al contempo della Francia è che è raro trovare un libro tradotto dalla lingua inglese o da autori stranieri, hanno una letteratura tutta loro ed fior fiore d'autori in lingua originale.
Dunque dopo il terzo anno invece le cose cambiano, i ragazzi infatti cominciano gradualmente a frequentare degli stage pesanti ed obbligatori nei reparti. 
Cosa si intende? Gli externes (sono così definiti gli studenti di medicina) diventano parte integrante del reparto e mattina e pomeriggio, tranne negli orari di lezione, lavorano come fa un "medico interno" da noi in Italia: gestiscono gli appuntamenti, le visite, le prenotazioni, mettono i punti, entrano in sala operatoria a tenere le valve, insomma fanno quei lavoretti di bassa manovalanza che la maggior parte dei colleghi italiani fa per tutta la specializzazione. Inoltre i piccoli studenti francesi sono anche retribuiti per questo. Prendono infatti il IV anno circa 100 euro, V 150 euro e VI 200 euro al mese, più le guardie pagate a 20 euro e circa 50 nei we.
Come vedete già da tutto ciò potete intuire il livello di rispetto che c'è nei confronti di un formando operatore della sanità. Dico questo perchè anche se percepiscono poco per il lavoraccio che fanno, e che a noi strutturati toglie una marea di grane, vengono istruiti da subito al lavoro corrisposto economicamente e non allo sfruttamento.
Alla fine dei sei anni cosa avviene? Lo studente di medicina francese non ha da preparare una tesi per il suo discorso di laurea, bensì si deve preparare a quello che è l'esame più difficile dopo il primo "esamone", cioè il secondo o definito Epreuves Classantes Nationales (ECN).
Questo è un esame per il quale gli studenti di medicina cominciano a studiare già 3 anni prima; è infatti un esame veramente molto duro eseguito su scala nazionale. Si confrontano quindi tutti i futuri specializzandi di medicina di Francia.
In genere vengono proposti 9 casi clinici, corredati di tutti gli esami di questi pazienti (dalle analisi alle radiografie ed elettrocardiogrammi) ed ad ognuno vi è un certo numero di domande a risposta multipla per un totale di circa 60. L'esame si tiene in genere a maggio del VI anno, quindi poco prima della fine dell'ultimo anno di corso.
La cosa bella è che fatto questo esame o concluso il VI e ultimo anno, lo studente di medicina francese non diventa dottore. Diventano medici, ma non dottori!!! :)) è al contrario che da noi! In Italia diventiamo prima dottori e poi con l'abilitazione medici.
L'abilitazione, altra cosa, qui non esiste o meglio è integrata al corso di laurea e alla specializzazione.
Andiamo per ordine, ma a questo punto però mi fermo un attimo per farvi incamerare meglio le notizie da me estrapolate durante questi mesi. Parlerò del resto la prossima volta. Un abbraccio.

Francesco.


domenica 5 febbraio 2012

giovedì 2 febbraio 2012

Dio che freddo che fa (-1°)! I ragazzi di Montpellier mi avevano detto che Nimes è più fredda e più afosa, ma non immaginavo così tanto. Per due giorni ha pure accennato a nevicare, ma non si è accumulata.
Nimes mi piace, è un'antica colonia romana del d.C. (da Wiki: Nimes), e in questo momento ho la fortuna di abitare di fronte al tempio romano meglio conservato al mondo (la Maison carré).
Sono anche contento dell'ospedale dove sto lavorando adesso. Un ospedale nuovissimo e soprattutto del reparto dove ci sono delle macchine, dove ci si può realmente divertire.
Inoltre ho mantenuto dei contatti serratissimi con Montp dove il mio capo neuro ha preteso avessi dei turni. In realtà quello che sto facendo, cioè lavorare tra due ospedali universitari "en partage" non sarebbe fattibile, ma anche la Francia ha la sua grande percentuale di elasticità.
Infatti con la volontà del mio capo di Mpt e quello di Nimes d'accordo questa convenzione si è instaurata e le due amministrazioni ospedaliere hanno accondisceso.
Il reparto dove lavoro è fantastico oltre che nel parco macchine e strumentazione varia, anche nella sua costituzione dell'organico, sono presenti dei veri e propri "personaggi". 
Intanto iniziamo da quella che io definisco "vecchia guardia": c'è Liliane che sarebbe la mia "mamma" (avrà 62 anni). Dico così perchè credo di starle simpatico e mi consiglia su tutto, perfino su cosa fare al momento della scelta della casa e come comportarmi con gli addetti alla locazione. Di base è una gran brava radiologa ed è ancora molto motivata ad apprendere ancora alla sua età! Un pò troppo scrupolosa e cacacazzi per i miei gusti però, ad ogni esame controlla il PDL (Belusconi ovunque! no scherzo significa prodotto-dose-lunghezza) cioè la dose di raggi somministrata al pz (in Francia è obbligatoria esplicitarla sul referto) e si incazza con i manipulateurs (tecnici). 
Poi c'è Salem di origini libanesi, è fantastico un signore anziano di circa 65 anni, si applica nell'insegnarmi quella che noi giovani chiamiamo paleoradiologia, cioè l'RX o radio standàrd (alla francese). 
Salem è davvero competente, mi ha raccontato un pò della sua storia personale, e purtroppo è rimasto "intrappolato" in francia a causa dei vecchi conflitti in Libano.
Dominique la vedo poco, lavora da un'altra parte del reparto, ogni tanto compare come un gatto di corsa dice due cose ai manip e ritorna "nelle sue stanze", è la regina dell'MSK (muscoloscheletrica).
Serge ha origini Russe dalla parte del padre e italiane dalla parte della madre, è forse uno dei radiologi più completi che abbia mai conosciuto, è interventista e diagnosta a più livelli. E' spaventoso ed è tremendamente giovane (avrà qualche 53 anni) per avere un'esperienza così ferrata (tra l'altro riconosciuta in più ambienti di dovere). Mi piace perchè ha il coraggio di mandare senza problemi affanculo i colleghi che chiedono degli esami del cazzo a discapito del paziente, ma volti unicamente a scaricare la responsabilità al giudizio del radiologo!
Infine c'è la persona che più adoro in questo momento: Patrick. 
Avrà qualche 63/64 anni, è un signore corpulento, con una pancia enorme e un viso grasso e pacioccoso, calvo, occhiali, due anelli d'oro enormi (tipo gitano) e bracciale. Veste sempre in camicia e cravatta e pantaloni eleganti. In viso soprattutto per via degli occhi sembra un ranocchio. E' cmq una persona di classe, straprofumata (brutto segno vi spiegherò un'altra volta il perchè) tanto che a circa due metri dalla sua stanza si sente l'olezzo, oppure se nei corridoi lui è passato da qualche secondo puoi riconoscere la sua traccia. 
E' molto forte anche lui in MSK sopratutto Rx e TAC e interventistica. Si vede che è "arrivato" ormai, non mi sembra il più motivato infatti. Mi fa morire utilizza internet, Iphone e tablet come nulla fosse. Sta sempre nella sua stanza a sentire musica classica. Si vede che è una persona di cultura e che ha viaggiato molto. Ogni giorno mi insegna qualcosa di nuovo (non di radiologico)... mi racconta fatti della sua vita, mi ha insegnato che Cesare mentre moriva non pronunciò la frase di stupore verso Bruto in latino bensì in greco, ancora mi ha insegnato che le note musicali sono state inventate da un italiano tale Guido d'arezzo ed ultimamente che esiste un principato in Italia, quello di Seborga.
Patrick è un classico "compagnone" e poi mi fa piace tanto perchè parla un francese davvero molto elegante, in modo lento (con tutti non solo con me) e sopratutto fa delle battute molto sottili e quando le fa modula sia la voce, che i tratti del viso e il corpo intero... insomma è "na macchietta". 
Ogni tanto compare in silenzio alle spalle, ma preannunciato dalla sua fraganza e quindi: " ça va? ed io oui monsieur et vous?" E quindi comincia in genere con un: "vous savez Francesco"... da lì  quindi un crescendo di racconti su quello che ha fatto o qualche tempo prima o il fine settimana trascorso (soprattutto se è lunedi). In genere i suoi racconti terminano con una morale. Quest'uomo è davvero incredibile, mi fa davvero piacere incontrarlo nelle mie pause di lavoro (che sono rare) e sennò cmq le pause me le obbliga lui, visto che ultimamente mi cerca un pò più spesso, credo perchè sono uno dei pochi a dargli ascolto vista che poi si dilunga facile.
Per quanto riguarda la "guardia giovane" in cui mi ci includo anche io, sarà meglio parlarne la prossima volta, mi sa che ho scritto abbastanza già. ;)